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Lunedì 9 gennaio 2023 ci ha lasciato Charles SIMIC, un altro grande poeta statunitense della generazione nata negli anni Trenta, dopo Mark Strand, scomparso nel 2014 e C.K. Williams nel 2015. Nato a Belgrado nel 1938, emigrato politico a Chicago nel 1954,dove iniziò a scrivere poesia autotraducendosi dal serbo, SIMIC è stato il poeta incantatore della poesia americana contemporanea: le sue metafore creano mondi magici che mostrano la bellezza e l’assurdità della vita individuale e della storia recuperando le memorie della seconda guerra mondiale, dello stalinismo e della sua condizione di profugo. La rivista “SEMICERCHIO “lo ricorda con affetto e gratitudine per la sua partecipazione ai seminari su interculturalità e autotraduzione. Sul numero XX/XXI del 1999 fu pubblicata la prima breve antologia itaiana della sua poesia a cura di Massimiliano Chiamenti e mia e un bellissimo saggio dal titolo “The Forked Mother Tongue”. Qui SIMIC raccontava ai lettori di “Semicerchio” la sua vicenda di esule e DP, “displayed person” . La poesia, scriveva, “è stata per me il modo di dare un senso alla mia complicata vicenda. Io sono un prodotto di fatti casuali, il figlio illegittimo di ideologie, l’orfano della storia del XX secolo e un poeta americano”. Maestro nell’accostare immagini imprevedibili e creatore di una lingua colloquiale che spesso sfocia nell’ironico e nel comico, e lascia sempre intravedere misteri sospesi e abissi metafisici, in quell’articolo si definiva un poeta “dalla lingua biforcuta”: “madri diverse parlano dagli angoli opposti della mia bocca. La traduzione fra di loro è allo stesso tempo possibile e impossibile…La poesia è il luogo dove io vado a cercare chi sono - un americano, un figlio dei Balcani, o semplicemente una pecora nera bicefala che cerca di mescolarsi con il resto del gregge”. Nel 1998 SIMIC contribuì con il saggio “Poesia e esperienza” a un’inchiesta di “SEMICERCHIO” sulla poesia europea. Ricordo con nostalgia gli incontri fiorentini, la sua lezione ai miei studenti e una cena con Charles, sua moglie Helen e gli amici della redazione a casa mia, in sottofondo musica country e Johnny Cash.
Antonella Francini Redazione SEMICERCHIO
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